Categoria: Consigli per nipoti

  • Sarò una buona madre

    Sarò una buona madre

    Così, questo è ciò che ti insegno, figlia, senza volerti commuovere, nè fare della poesia o della letteratura. Ti scrivo ciò che di più importante ho compreso oggi che ho (quasi) trent’anni, in caso io mi dimentichi di poter essere una buona madre per te e i tuoi fratelli e perché tu possa almeno avere una direzione — prima che io ti lasci allo sbaraglio in questo pazzo mondo — dove tu possa farti male per essere intelligente poi. Sentimentalmente intelligente, emotivamente intelligente, professionalmente intelligente, socialmente intelligente, caratterialmente intelligente. Non troppo però, non c’è niente di più eccezionale che essere imperfettamente umani.

    Leggi. Sempre. Tutto. Leggi Philip Roth, Anaïs Nin, Marguerite Duras, Henry Miller, William S. Burroughs e i beat, i foglietti illustrativi dei farmaci, Paul Auster, J.G. Ballard, Simone de Beauvoir, i biglietti del cinema, il The New Yorker, Francis Scott Fitzgerald, Jane Austen, Emily Brontë, le pubblicità sull’autobus, Haruki Murakami, George Orwell, David Foster Wallace, il catalogo Ikea, Walt Whitman, Sylvia Plath, la Bibbia, gli scontrini soprattutto. Leggi qualsiasi cosa, perché qualsiasi cosa ti sarà maestra e ti ritornerà utile in futuro, senza che tu te ne accorga. Poi scegli, fallo con cura, decidi ciò che deve restare, per formarti. In futuro, sarai anche ciò che hai letto.

    La Bibbia è il romanzo di maggior successo nella storia dell’umanità e, come spesso accade in questi casi, attorno al libro si è andata formando una fandom di circa due miliardi e mezzo di persone, chiamate “fedeli”. Condividere una passione con un gruppo è eccitante e arricchisce, ma vacci cauta: si può cadere vittime di indottrinamenti pericolosi, alienanti e folli, come è accaduto nel caso della Bibbia.

    Dio esiste. Non è una persona, non è un’entità astratta comodamente appollaiata su una nuvola di ovatta. È qualsiasi cosa in cui decidi di credere e che ti riempie il cuore e l’anima, che ti dà la forza per vivere con passione ogni nuovo giorno. Sei tu a scegliere che forma dare a quel qualcosa. Non chiamarlo Dio — è rischioso dare un nome a ciò in cui credi — e non confonderlo con la religione nel senso più stretto del termine. Quello che voglio dire è che ciò in cui credi è la tua religione. Frank Lloyd Wright, l’architetto, credeva nella Natura: la Natura era il suo Dio, la sua religione, la sua Chiesa. È a questo che mi riferisco.

    Scrivi ogni giorno. Non perché tu debba diventare una scrittrice o perché qualcuno ti legga. Scrivi per te stessa, anche se pensi di non saperlo fare. Ti aiuta a raccogliere i pensieri, a tenerti insieme, a comprendere, a eliminare le scorie. Scrivere è illuminante e purificante.

    Non restare impaludato nelle amicizie dei tuoi primi diciannove anni — soprattutto se quelle stesse amicizie sono rimaste impaludate entro i confini del quartiere. Mantienile, annaffiale con la giusta quantità di acqua, sono una parte importante della tua crescita, dei tuoi ricordi di infanzia. Ma tu evolvi giorno dopo giorno, basta un niente per farti cambiare improvvisamente, succede nei tuoi modi e nei tuoi tempi. Cerca di non soffrire troppo se cambiando sei sempre più lontana da chi un tempo ti era così vicino. Scegli le persone che vuoi nella tua vita, non adattarti a quelle che hai comodamente trovato in classe il primo giorno di scuola.

    Stai all’erta sulle tue sensazioni. Ti dicono tutto ciò che ti serve sapere per fare le scelte giuste. La più piccola vibrazione negativa in compagnia di qualcuno nascone un messaggio chiaro: allontanatene.

    L’amicizia vera è cosa rara. Ci vuole tempo, impegno, fatica, sforzi, sincerità, sacrifici. Si tratta semplicemente di una forma di amore. Un giorno l’amicizia è tutto ciò che avrai. Diffida di chi ha tanti amici. Quattro o cinque, veri. L’amicizia è sapere di ferire per fare del bene, è correre a casa sua nel pieno della notte di un martedì stressante, solo perché piange.

    L’amicizia con un uomo è possibile. L’amicizia con una donna è complessa, difficile, vulnerabile e necessaria. Può raggiungere lo stato di amore platonico: se lo fa, non lasciarla più andare.

    Non tentare di cambiare le persone, non è compito tuo ed è ingiusto. Se qualcuno non ti piace, non dovrebbe far parte della tua vita.

    Seleziona.

    Sperimenta ogni cosa, tranne le droghe. Non ne ricaverai niente di buono. Rischierai solo la tua salute — mentale e fisica — e potresti realmente rovinarti la vita. Quando si è dentro, non si smette quando si vuole, sempre che si riesca anche solo ad ammettere di dover smettere. Nel migliore dei casi, resti segnata: dentro, fuori, nei ricordi, nei tuoi occhi. È qualcosa di cui non ti libererai mai. Erba buona, un paio di volte l’anno, sì, se ti fa sentire bene.

    Non fumare. Non provarci neanche. È orribile, ed è il vizio dei deboli. I tuoi polmoni si carbonizzanno, la tua pelle invecchia molto più velocemente, i tuoi denti e i tuoi polpastrelli ingialliscono, baciarti è come baciare un posacenere, i capelli si indeboliscono. Spendi un sacco di soldi per il gusto di bruciarli, bruciare il tuo corpo e avere la falsa impressione di apparire agli occhi degli altri più affascinante o vissuta. Non lasciare che qualcosa ti renda schiava. Se hai bisogno di sfogarti, scegli uno sport o un hobby che ti liberino dallo stress, dalla rabbia, dal nervoso. Bevi un bicchiere di vino o due dita di buon whisky. Se hai fame, mangia. Cioccolato. Fondente. Non fa venire i brufoli, né fa ingrassare. Ingrassi solo esagerando, e i brufoli appaiono per tutta un’altra serie di questioni che non hanno a che vedere con il cibo. Fumare è un atto di autolesionismo, niente più né meno di un taglio sul corpo: ci si procura un consapevole danno fisico per sentirsi momentaneamente meglio. Ma la società è una grande contraddizione e le sue incoerenze sono all’ombra di ogni angolo.

    Innamorati, costantemente, di chiunque ti blocchi il respiro solo standoti accanto. Anche se fosse gay — qual sofferenza!. Innamorati ogni giorno, ma non amare prima che tu compia trent’anni. L’amore non è un’emozione, è molto più terreno di quanto tu possa credere. Non amare prima che tu compia trent’anni perché fino ad allora voglio per te emozioni. Vibra e vola insieme alle farfalle nello stomaco. Non si chiamano farfalle solo per quella sensazione di ali sbattute che senti all’altezza dell’ombelico, ma perché vivendo un solo giorno, sono effimere come le emozioni. L’amore, invece, non è temporaneo, bensì eterno. Eppure ti emoziona, lo fa così intensamente che ti sembra di non poter sopravvivere a tanta forza.

    Non idealizzare la persona che scegli di amare. Soprattutto, non lasciare che sia lei a idealizzarti. Le conseguenze potrebbero essere distruttive. All’inizio è facile cadere nella trappola della mitizzazione, è uno stadio, quello iniziale, in cui le imperfezioni dell’altro vengono estremamente polarizzate: o non sopporti il più piccolo neo e la storia si chiude prima di iniziare, o di nei non ne vedi l’ombra, e in men che non si dica sei intrappolata nell’idealizzazione. Mostra le tue debolezze, ti serve coraggio per farlo, per denudarti e lasciare che proprio quella persona per la quale vuoi essere perfetta ti riconosca invece come umana. Se con gli anni continua ad accetterti e sceglie di amarti nonostante la tua vulnerabilità, le tue carenze, le tue ossessioni e le tue mancanze, allora stai costruendo qualcosa di grandioso. Cerca di comprenderlo strada facendo, però.

    L’amore è una scelta, un impegno, spesso un obbligo, è compromessi, è abitudine, è accettazione, è sacrifici, è difficoltà da affrontare e problemi da risolvere, è incondizionato, è dare senza ricevere, è amare la vostra routine. Non sono cinica, ho combattuto a lungo in passato per allontanare tutta la dolcezza e la tenerezza che invece possiedo. Ma so di cosa parlo. Ti prometto che sarà bellissimo così, proprio così come l’ho descritto. Amare è sentire di tornare a casa. Non ti ho detto tutto dell’amore, le parole non gli darebbero giustizia e voglio che la parte migliore resti per te una sorpresa, voglio che sia tu a scoprirlo. L’amore e la salute sono tutto ciò che sogno per te.

    La tua anima gemella potrebbe non essere la persona con cui decidi di costruire una famiglia e che scegli di amare fino alla fine dei tuoi giorni. Lo sarà ugualmente, ma a un livello differente. Come due binari che non si incontrano mai. Forse dovrei spiegarti meglio di cosa sto parlando, ma in questo momento sono troppo coinvolta per darti chiarezza.

    Amare qualcuno del sesso opposto o dello stesso sesso non fa alcuna differenza. La sola cosa che ha importanza è come amiamo, non chi amiamo. In qualunque modo tu senta di dover vivere l’amore, la sessualità e il tuo corpo, è del tutto normale e avrai sempre il mio sostegno.

    Se senti da sempre di essere nata nel corpo sbagliato, cambia il tuo corpo. Diventa uomo. Diventa ciò che sei.

    Non controllare le chilocalorie sulle confezioni degli alimenti, non ha molta utilità. Leggi piuttosto gli ingredienti — ricorda che sono in ordine di quantità — la provenienza della materia prima e la data di scadenza. Mangiare è uno dei piaceri della vita, un piacere inestimabile, e non dovresti davvero rinunciare a niente, almeno per la prima fetta della tua vita. Conosci le tradizioni delle cucine di tutto il mondo, sperimenta, leggi Afrodita di Isabel Allende, godi di cene abbondanti con persone speciali in luoghi che, pur non essendolo, diventeranno tali. Ma ricorda anche che tutto ciò che introduci nel tuo corpo avrà conseguenze — positive o negative — sulla tua salute.

    Osserva. Sempre, tutto. Percepisci anche l’impercepibile.

    Il dolore che provi nel corso della tua vita — non causato da eventi naturali ma dalle azioni delle persone che ami — non è mai realmente provocato da loro, dalla loro cattiveria, immaturità, falsità o ipocrisia. È causato da te stessa. Sei tu a creare la tua stessa realtà. Sono le aspettative che tu hai creato, e riposto in quelle persone, a farti sentire quel dolore disumano. Aspettative che vengono deluse, progetti che sono distrutti, sogni che non puoi più sognare e non riesci più a sognare. Non mettere la tua vita nelle mani di qualun altro. (C’è chi cantava di non mettere la tua vita nelle mani di una band rock’n’roll, ma penso sarebbe molto più saggio. Anzi, sii una groupie per un po’, ma fallo prima dei 24 anni).

    Fai della musica la tua compagna di vita. Portala sempre con te, affidati totalmente a essa, lasciala entrare, lascia che ti sconvolga, che ti riempia, che ti insegni, che ti aiuti, che ti faccia vedere l’invisibile, ricordare il dimenticato e sognare l’inatteso. Vai ai concerti. Inizia dal blues degli afroamericani e da Billie Holiday, poi passa al rock’n’roll, al folk, all’art rock e al rock sperimentale. Prenditi una pausa con del ragtime. Riprendi con il glam rock, prosegui con la new wave, poi l’elettronica tedesca, il post-punk, il rock alternativo, il brit pop, l’indie rock. Inizia con i pionieri di questi generi musicali. Quando sei completa, dedica del tempo all’electropop, al synthpop, alla new romantic, al pop e all’hip hop degli anni ‘90, senza dimenticare la musica dei tuoi tempi: dai importanza alla tua cultura generale, ma lasciala nell’ombra. Ti servirà per trovare i collegamenti.

    I collegamenti sono ciò che di più utile hai a disposizione per creare la tua cultura personale. Parti da un punto e percorri ogni strada che da lì si diparte, portandoti in terre sconosciute. Continua così, segui i collegamenti e godi dell’emozione di quando tutto inizia a prendere forma.

    Non puoi controllare ogni cosa ed è proprio ciò che non puoi controllare che ha un’influenza maggiore sulla tua vita. Accettalo, fa parte dell’essere umani viventi e pensanti.

    La vita offre doni incredibili, ma è anche una serie di problemi da affrontare: risolto uno, ne arriva un altro. Un ciclo interminabile. Non lasciarti scoraggiare, affrontali. Con gli anni ti renderai conto che è solo grazie alle difficoltà se hai le spalle larghe e hai trovato il tuo equilibrio.

    Intorno ai 25 anni partecipa al festival di Glastonbury, al Coachella e al Burning Man. Rifallo intorno ai 35 anni.

    Viaggia. Viaggia, ti prego, fallo. Scopri il mondo, le sue genti e le sue culture, lasciati affascinare e incantare, fatti togliere il respiro, trova la libertà, ascolta storie e poi raccontale, accumula memorie e immagini di terre e visi. Sei vuoi arricchirti, viaggia. Viaggia anche da sola, non so se ci sia qualcosa di altrettanto arricchente. Studia all’estero: comporta sacrifici e difficoltà, ma è una delle scelte migliori che tu possa prendere nella tua vita.

    Non stabilirti in una città prima del tempo. Vivi in almeno tre grandi metropoli del mondo e, se ti è possibile, vivi per un po’ in campagna.

    Vivi da sola per qualche anno prima di condividere una casa con la persona che ami.

    Investi nella tua cultura cinematografica. Se riesci, guarda almeno un film al giorno.

    Non lasciarti corrompere, mai, per nessun motivo. Non venderti, per niente e per nessuno. Non contrarre debiti. Non prestare soldi, e se il tuo cuore ti spinge a farlo, offrili in dono. Sii sempre onestà e sincera, con chiunque. Fallo con educazione e riguardo nei confronti dei sentimenti altrui.

    Sii educata.

    Non allontanarti mai troppo dalla natura. Solo nella natura respiri davvero e puoi sentirti libera. È come tornare in contatto con ogni parte di te dalla quale ti sei disconnessa. Non stare mai più di sei mesi senza vedere il mare — il mare di inverno emoziona incredibilmente. Non stare più di sei mesi lontana dalla montagna, dalle sue pinete, dai suoi cieli, dalla sua vastità. Passeggia nei boschi vicino casa. Siediti in un campo per un pic-nic improvvisato, da sola con un libro o con qualcuno che ami.

    Impara a fare sacrifici e a non ottenere sempre tutto ciò che vuoi.

    I genitori sbagliano, moltissimo, convinti di fare la cosa giusta.

    Sfogati. Se non lo fai, puoi rovinare te stessa e chi ami. Non tenere nulla dentro di te — solo gli sfiziosi innocui segreti. Parlamene, o parlane con tuo padre o cerca entrambi. Parlane con una persona che reputi fidata, ma ricorda che di me e di tuo padre puoi sempre fidarti, puoi appoggiarti a noi senza esitazioni. Non c’è argomento, questione o problema di cui tu non possa parlarci. Ma sei tu a mettere insieme i pezzi, tirare le somme e scegliere indipendentemente.

    Pensare costantemente al passato ti conduce alla depressione. Pensare costantemente al futuro scatena in te un’ansia divoratrice. Concentrati sul presente, non hai nient’altro che il presente.

    Ricorda ciò che di buono e bello gli altri hanno fatto, perché è più facile dimenticarlo per ricordare solo i loro errori e le loro mancanze. Questo succederà anche nei tuoi confronti: non soffrire, non arrabbiarti, piuttosto parlane con gentilezza e ricorda loro come stanno realmente le cose.

    Ascolta. Non limitarti a sentire. Ascolta chi ti sta parlando, se hai a cuore quella persona.

    Non truccarti prima dei sedici anni. Non essere mai volgare.

    La realtà è personale e fittizia, esiste solo in relazione al pensiero umano e c’è molto poco di oggettivo. Ciò che credi, vedi e reputi reale, è frutto delle tue impressioni. Ma non c’è mai una sola prospettiva, i punti di vista sono tanti quante sono le persone. Accetta anche quelli degli altri e metti in discussione i tuoi, solo così arrivi alla giusta risposta.

    Amati, così come sei. Non per questo non devi migliorare giorno dopo giorno. Non appoggiarti mai alla frase e al pensiero: “Sono fatta così”, per giustificare i tuoi errori agli occhi di chi hai ferito.

    Non ferire nessuno. Se accade, chiedi perdono e parla, dai spiegazioni che non siano giustificazioni. Non c’è giustificazione al dolore provocato negli altri.

    Credi sempre fermamente in ciò che fai e dai tutta te stessa. Sii determinata. Credici soprattutto quando tutti intorno a te ti dicono che sei pazza a farlo. Credici quando sostengono che non ti può portare da nessuna parte, che se nessuno l’ha fatto prima di te o non c’è riuscito o l’ha già fatto nel migliore dei modi, è inutile che tu perda tempo, perché fallirai. Se dovessi fallire, non sarà stato inutile e avrai imparato molto: a rialzarti, ad avere determinazione, a non arrenderti, ai motivi per cui non ha funzionato. Capirai anche chi sono le persone che ti hanno sostenuta, e potrai fare a meno di tutte le altre.

    Scopri le città a piedi o in bicicletta. I tuoi occhi e la tua testa possono girare: in alto, in basso, a destra, a sinistra. Muovili, solo così vedi cose che altrimenti non vedresti.

    Sii paziente. Le cose grandiose richiedono tempo. Non scalpitare per raggiungere obiettivi che non possono essere raggiunti se non passo dopo passo, giorno dopo giorno. Se non sai essere paziente, ti abbatti e rinunci.

    Non restare mai senza uno scopo. In ogni stadio della tua vita, abbi qualcosa da raggiungere: un obiettivo professionale, l’instaurarsi di una nuova abitudine, l’abbandono di un vizio, la costruzione di un amore, la risoluzione di un problema… Non restare con le mani in mano aspettando che ciò che desideri cada dal cielo, perché non accadrà. Ragiona, programma, agisci. Non vivere senza passione.

    Studia uno strumento musicale. Non lasciarti scoraggiare dallo studio della teoria e del solfeggio. Accetta e impara le parti noiose, in ogni cosa che fai.

    Fai della tua più grande passione il tuo lavoro. Alzati dal letto ogni mattina con l’entusiasmo di iniziare un nuovo giorno. Anche se ami ciò che ti dà da vivere, non farne la tua vita. Vivere non è lavorare. Lascia spazio per passeggiare, per gli amici, per la famiglia, per un bagno caldo, per preparare una buona cena, per impastare biscotti, e anche per il dolce far niente. Impara a rilassarti.

    Se sarai a capo di un team di persone, ricorda che un grande capo si fa rispettare, ma non mette timore. Un grande capo prima di tutto rispetta e non sottomette. Dovrebbe anche insegnare. Le persone che lavorano per te hanno una vita privata: famiglia, figli, genitori, amici, passioni, problemi, dispiaceri, malattie. Lavora solo con persone di cui ti puoi fidare e non controllarle costantemente, piuttosto chiedi loro di portarti i risultati richiesti e lasciale libere di gestire il proprio tempo come meglio credano. Se ti portano risultati migliori lavorando al parco, lasciali lavorare al parco.

    Non usare l’inganno per raggiungere i tuoi obiettivi.

    Non essere egocentrica, presuntuosa e saccente, anche nelle occasioni in cui sei sicura di saperne più degli altri. Trova il modo di esprimere la tua conoscenza con umiltà. Non devi mai mancare di umiltà, ma credi sempre in te stessa. Forse ti appare come una contraddizione, non lo è, lo capirai.

    Non farti mettere i piedi in testa.

    Fai volontariato.

    Non sorprenderti di parlare più liberamente e profondamente con qualcuno che hai appena conosciuto, o che non conosci affatto. Spesso è così che nascono grandi storie.

    Sbaglia. Se non vuoi farlo, sbaglierai comunque. Fa parte della natura umana, non prendertela con te stessa. Non cercare la perfezione e non cercarla negli altri. Se qualcuno la pretende da te — e non mi riferisco alla perfezione di un lavoro che deve essere tale — quella persona non dovrebbe far parte della tua vita. Impara dai tuoi errori, perché se non lo fai, allora sì, prenditela con te stessa, ma perdonati e vai avanti.

    Piangi.


    Elena Brenna (@_elenabrenna) è una scrittrice ed ex fotografa. Nel 2012 ha co-fondato, e co-diretto fino al 2015, il primo quotidiano online internazionale per gli italiani a Berlino, Il Mitte. Oggi lavora come content manager & strategist per un’agenzia di comunicazione, ha pubblicato indipendentemente il suo primo romanzo, Agnes, e ha fondato il sito web Spunti Di Mezzanotte, di cui è curatrice. La causa LGBT ce l’ha nel cuore.

  • Cose da non fare quando mandate un curriculum

    Cose da non fare quando mandate un curriculum

    Ho spedito così tanti curriculum nella mia vita, e ho ricevuto così poche risposte, che una volta diventata direttore mi sono fatta una promessa: avrei sempre risposto a tutti (anche se con un ritardo medio di 30–40 giorni).

    Faticosamente porto avanti il mio impegno.

    E… deve essersi sparsa la voce (quella lì risponde!), o semplicemente è lo specchio dei tempi: da anni, la mia casella email è destinataria dei sogni di centinaia e centinaia di persone.

    Un popolo variegato, da cui sono emersi i miei più fidati collaboratori, e che mi ha fatto scoprire una grande verità:

    Rispondere a un’autocandidatura è doveroso. Ma è altrettanto doveroso autocandidarsi in maniera efficace.

    Ecco dunque una lista semiseria delle cose da fare (e non fare) quando si manda un curriculum.

    Tutti gli esempi che leggerete sono email realmente ricevute: ho solo reso irriconoscibili i mittenti. Che spero non se ne abbiano a male se li ho usati come esempio in questo excursus sulla difficile arte di farsi ascoltare.

    Partiamo dai fondamentali:

    1) Mai farsi precedere dal proprio cognome:

    «Sono Antonelli Giorgia».

    Specie se il cognome assomiglia vagamente a un nome: la risposta in tal caso rischia di essere: «Cara Antonella…»

    2) Cercare, nei limiti del possibile, di non sbagliare il nome del destinatario, e soprattutto di non confondere la sua azienda con il principale competitor.

    Una volta, una ragazza era partita proprio bene:

    «Gentile signora Monfreda. Leggo sempre con piacere il vostro giornale perché mi fa sognare».

    Ma poi ha pensato di concludere così:

    «Sarebbe per me un’immensa gioia vedere pubblicate le mie poesie su un giornale famosissimo come Vanity Fair».

    3) Evitare i modelli di lettere reimpostati, se non si vuol rischiare un effetto così:

    «Buongiorno, desidero presentarVi la mia autocandidatura presso la Vostra Azienda. Allego per cui una lettera di presentazione e il mio Curriculum Vitae, nella speranza che le mie competenze possano rispondere alle esigenze della Vostra Azienda. Cordialmente».

    4) L’autopromozione è fondamentale. Bisogna essere i primi sponsor di se stessi. Ma senza esagerare.

    Il rischio è di sentirsi rispondere: “posso mandarglielo io il curriculum?” Come ho fatto io, scherzosamente, al mittente di questa email:

    «Essendo medico, specialista in medicina fisica e riabilitazione, specialista in igiene e medicina preventiva, docente universitario attualmente presso gli Atenei di Pinco e Pallino, e collaborando con molte delle più qualificate riviste tecniche del settore…»

    5) D’altra parte non bisogna neppure buttarsi giù:

    «Sono una giornalista ma mi adatto a qualsiasi ruolo»

    Tantomeno mettersi ai saldi:

    «Il motivo per cui le arreco questo disturbo è che, se lo ritenesse opportuno, desidererei, davvero fortemente, collaborare con la rivista Donna Moderna, anche gratuitamente».

    ***

    Ma allora, una buona volta, cosa si deve fare?

    Tanto per cominciare:

    1) Il miglior consiglio per mandare un curriculum è… non mandarlo. Ebbene sì, lo ammetto: ho aperto raramente l’allegato a una mail così congegnata

    Buongiorno Direttore, mi permetto di inviarle il mio curriculum. Qui ne trova una versione online. Spero di cuore in una sua risposta, per ora la ringrazio molto.

    Quel freddo elenco di competenze, miste a pezzi di vita stile telegramma, non è di facile lettura. Meglio raccontarsi con una bella lettera e allegare il cv per ulteriori approfondimenti.

    C’è gente che dice: ho mandato 100 curriculum, neanche una risposta.

    Io controbatto: per inviare un curriculum ti basta un clic. Per leggerlo ed elaborare una risposta sensata occorre almeno un quarto d’ora: lo faccio solo quando sento che c’è stato altrettanto impegno dall’altra parte.

    2) Dimostrare di conoscere a fondo l’azienda per cui ci si candida e i suoi brand. Possibilmente dicendo cose intelligenti.

    Leggo Donna Moderna praticamente sin dalla sua nascita: mia madre, divoratrice di giornali, è stata una delle vostre prime lettrici, e da anni continua ad acquistarvi: ha sempre detto che il vostro è un femminile è stato rivoluzionario, perché per la prima volta ha saputo parlare di donne vere e di cose concrete. Anche il mio lavoro è fatto di cose concrete: da circa 10 anni […]. Mi piacerebbe collaborare con voi, inviandovi proposte di articoli. Vi allego per questo il mio curriculum, e vi chiedo, qualora siate aperti a nuove collaborazioni, a chi di voi posso inviare le mie proposte.

    Chapeau!

    3) Farsi notare, ma senza fuochi d’artificio.

    A volte basta una parola messa lì senza automatismi a svelarti una mente brillante e intelligente… Come una certa fanciulla che un giorno mi scrisse:

    Gentile direttore Monfreda, mi presento. Mi chiamo Lucrezia, ho diciamo trent’anni […]

    4) Per finire, la regola aurea. Presentarsi con la forza delle proprie idee.

    “Il miglior curriculum sono le idee” è una delle lezioni che ho imparato nella mia lunga carriera di inviatrice di autocandidature (e lo spiego qui verso il minuto 2′ 20”).

    Ecco perché ho adorato queste email di presentazione:

    Gentile Annalisa, le scrivo perché è da tempo che ho un’idea in testa: unire insieme libri ed erbe aromatiche.

    Gent.le Direttore, contando sul fatto che una delle doti di un buon giornalista è la sintesi, vado subito al punto: sono una giornalista professionista, mi sono occupata principalmente di cronaca e costume, e vorrei collaborare con Donna Moderna. Qui di seguito alcune proposte e, in allegato, il mio curriculum-vitae.

    Buonasera direttore, mi chiamo Tizio e Caio, sono una giornalista professionista di 33 anni, vivo a Cesenatico. Vorrei proporle alcuni articoli pensando che possano essere d’interesse per il vostro prodotto editoriale, del quale sono un’affezionata lettrice.

    A questo punto ho lanciato la palla: sono pronta non solo a ricevere i vostri curriculum ma a chiacchierare con voi di come scriverli in modo efficace! Forza, fatevi avanti…

  • Le 7 regole d’oro del public speaking

    Le 7 regole d’oro del public speaking


    Inserisci i contenuti che vuoi trasmettere in una o più storie e racconti (storytelling), invece che limitarti a trasmettere mere informazioni.

    Coinvolgi il tuo pubblico con domande, invece di fare monologhi.

    Usa un po’ di humor intelligente e adeguato, per sciogliere la tensione e per avvicinare a te il pubblico.

    Se puoi parla in piedi, invece che seduto dietro un tavolo e il computer.

    Assumi una posizione con le mani incrociate sul davanti, resta dritto e aspetta che tutti facciano silenzio.

    Mantieni il contatto visivo con tutto il pubblico, abbraccialo con il tuo sguardo.

    Apri il tuo speech anticipando i punti della relazione, poi affrontali e infine fai una sintesi dei punti importanti (dirò-dico-ho detto).

    Fai la sintesi di quanto è stato detto prima di passare ad un nuovo argomento.

  • Congresbury, il paese delle buone azioni

    Congresbury, il paese delle buone azioni

    venti chilometri da Bristol nella cittadina di Congresbury è accaduto un “fatto senza precedenti” e, strano ma vero, non si tratta di un fattaccio di cronaca nera ma di una buona, buonissima notizia.

    Un anno fa il pastore anglicano di Congresbury per festeggiare degnamente gli 800 anni di fondazione della chiesa cittadina lancia una sfida ai suoi 3000 abitanti: compiere in un anno 800 buone azioni, una per ogni anno di vita della città. L’idea è semplice: chi avrà compiuto una buona azione potrà scriverla su un bigliettino, rigorosamente anonimo, e quindi depositarla in una cassetta. Fuori dalla chiesa un tabellone dove il pastore terrà il conto delle buone azioni compiute.

    Gli abitanti di Congresbury accolgono con entusiasmo la sfida e, giorno dopo giorno, compiono tante piccole e grandi azioni di solidarietà, generosità, impegno civico, cura del bene comune: aiutare un anziano a fare la spesa, lavare la macchina del vicino, riverniciare le panchine pubbliche,regalare un cappotto ad una persona senza dimora, portare con un furgone cibo e vestiti ai rifugiati che a Calais attendono di raggiungere il Regno Unito.

    Oggi i cittadini di Congresbury hanno raggiunto ben 859 buone azioni che hanno cambiato la loro vita e reso davvero memorabile la storia della loro città. Dieci, cento, mille Congresbury!